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La guida a nuovi e interessanti contenuti multimediali pubblicata da Tiziano Caviglia . tiziano.caviglia.name

Il ruolo dei 266 Papi nella storia

Res publica   28.04.25  

Tracciando una linea temporale completa di come il papato si sia evoluto e abbia influenzato oltre 2000 anni di storia mondiale, So Basically offre uno sguardo approfondito sugli eventi significativi, pastorali e geopolitici che hanno coinvolto ogni vicario di Cristo, da Pietro a Francesco.
Tra concili, encicliche, bolle papali, dottrine, scandali, eresie, martiri, guerre, giubilei e udienze, ogni Papa assume allo stesso tempo le vesti di leader spirituale, amministratore e mediatore e teologo. Un lavoro quotidiano di fede, responsabilità e dedizione che contribuisce a plasmare la Chiesa, la società e la cultura globale nel corso dei secoli.

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La scelta del nome pontificale

Res publica   28.04.25  

La scelta del nome da parte di un Papa neoeletto è una tradizione affascinante e ricca di significato che risale almeno al 533 d.C., come analizzato da Patrick Foote di Name Explain. Questa pratica non ha regole rigidamente stabilite, ma è profondamente radicata nella tradizione della Chiesa. Ogni Papa ha la libertà di imporsi un nome diverso da quello di nascita, un gesto che riflette la sua personalità e le sue aspirazioni per il pontificato che inizierà.

Le scelte fatte dai Papi tendono a seguire, seppur con qualche eccezione, un filo conduttore: nomi che onorano figure di grande rispetto, come santi, predecessori o tratti dal Nuovo Testamento. Una pratica che aiuta a conferire un senso di continuità storica e offre un messaggio simbolico ai fedeli.
La tradizione del nome pontificale aggiunge un ulteriore strato di profondità al ruolo del vicario di Cristo, trasformando ogni nuovo Papa in un simbolo di spiritualità, speranza e rinnovamento per la comunità cattolica e cristiana.

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I meccanismi nascosti che facevano funzionare il Colosseo

Wow   24.04.25  

Entrare nel Colosseo evoca immagini di gladiatori, leoni e senatori che si godono lo spettacolo dai loro posti d’onore, circondati da una folla in delirio. Tuttavia, pochi sanno che dietro a questa suggestione si nascondono dettagli storici affascinanti, come botole nascoste, battaglie navali simulate e un complesso sistema di tunnel ed elevatori.

La maggior parte dei turisti che visitano Roma mette il Colosseo in cima alla propria lista delle cose da vedere.
Anche chi non ha un particolare interesse per l'antica civiltà romana non può fare a meno di lasciarsi trasportare dall'immaginazione, varcando la soglia di questa iconica arena.

Deconstructed offre una spiegazione sul funzionamento di tutto questo, utilizzando rendering 3D per restituire gli elementi dell'edificio stesso e il contesto urbano che è andato perduto nel tempo.
Uno degli aspetti più affascinanti del Colosseo è il velarium, una copertura retrattile composta da lunghe strisce di tessuto montate su tamburi e sostenute da 240 pali. Ogni striscia era azionata da un argano separato, richiedendo un numero significativo di operatori per essere dispiegata o ritirata rapidamente; una vera e propria meraviglia ingegneristica che anticipava il design degli stadi moderni.

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Il pontificato di Francesco e la cura della casa comune

Res publica   22.04.25  

Dal suo ingresso in carica nel marzo 2013, Papa Francesco ha cercato di imporre un cambiamento nella Chiesa Cattolica, portando un messaggio di rinnovamento, inclusione e attenzione ai temi sociali. Il suo approccio pastorale si è distinto per la sua apparente semplicità e per l’accento posto sulla misericordia.
Uno dei tratti distintivi del pontificato di Francesco è stato il suo impegno verso i poveri e gli emarginati. Sin dal primo giorno, quando si è imposto il nome in onore di San Francesco d'Assisi, ha voluto sottolineare l'importanza della povertà e della vita umile, ponendo l'accento sulla necessità di una Chiesa che si faccia vicina a chi soffre.

Papa Francesco ha anche fatto della questione ambientale uno dei punti centrali del suo pontificato. Con l'enciclica Laudato si', del 2015, ha esortato il mondo a prendersi cura della Creazione e a combattere il cambiamento climatico. Questo documento ha ricevuto un'ampia attenzione globale, sottolineando l'interconnessione tra povertà e degrado ambientale.

Nonostante qualche passo falso, anche e soprattutto sui temi di politica estera, Francesco ha cercato di rendere la Chiesa più inclusiva, aprendo il dialogo su temi come la famiglia, la sessualità e il ruolo delle donne nella Chiesa. Ha organizzato sinodi per discutere questioni relative alla famiglia, mostrando un approccio più pastorale e meno dogmatico. Anche se ha affrontato resistenze da alcune frange conservatrici della Chiesa, ha continuato a promuovere una visione di misericordia e accoglienza.
Un'altra caratteristica importante del suo pontificato è l'impegno nel dialogo interreligioso. Francesco ha incontrato leader di diverse fedi, cercando di costruire ponti e promuovere la pace. I suoi viaggi in paesi come il Medio Oriente e l'Asia hanno sottolineato la sua volontà di promuovere una coesistenza pacifica tra le diverse religioni.

In questo breve documentario, DW ripercorre il pontificato di Francesco sui suoi punti di forza e i suoi limiti, su come ha guidato la comunità della fede cattolica attraverso un periodo segnato da crisi e scandali dando voce alle persone che lo hanno personalmente conosciuto.
Il suo successore avrà dinnanzi un compito certo tutto in salita da affrontare per superare le critiche sulla lentezza delle risposte e sulla trasparenza nella Chiesa. La sfida sarà quella di trovare una nuova voce determinata ad affrontare le sfide del nostro tempo rimanendo ancorata ai valori fondamentali del cristianesimo. Capace di trovare la verità e di sedersi dalla parte della giustizia.

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La Passione di Jesus Christ Superstar

Multimedia   17.04.25  

Jesus Christ Superstar ha saputo conquistare il pubblico di tutto il mondo grazie alla sua innovativa fusione di musica rock e narrazione biblica. Il film del 1973, diretto da Norman Jewison, ha ulteriormente amplificato il successo del musical, portando sul grande schermo una reinterpretazione della Passione di Cristo che continua a suscitare dibattiti e riflessioni tra credenti e non solo.
Polyphonic si concentra sul celebre musical del 1970 scritto da Tim Rice con le musiche di Andrew Lloyd Webber e ne ripercorre la genesi creativa assieme al racconto sugli ultimi giorni di Gesù, dal suo ingresso a Gerusalemme fino alla sua crocifissione.

Attraverso una lente moderna, lo spettatore viene posto sullo stesso piano temporale della narrazione biblica. Il dispositivo narrativo cambia il modo in cui percepiamo gli attori, i loro personaggi e i contesti anacronistici in cui si muovono. Questa interpretazione potrebbe sembrare audace, ma offre uno spunto interessante per esplorare le tematiche teologiche presenti nel film.
Il Figlio di Dio si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio e la sua umanità traspare in tutta la complessità delle emozioni. Il dubbio e la fede si rincorrono in un perenne contrasto, un dialogo continuo tra la paura e la speranza, tra l'odio e l'amore, tra l'opportunismo e il sacrificio.
Il messaggio di amore portato da Gesù è così dirompente da essere compreso a stento dai discepoli e Giuda vien ritratto come un uomo preoccupato e confuso, il cui tradimento è infine motivato dal desiderio di proteggere il Maestro e la comunità da ciò che considera un destino inevitabile.

A distanza di oltre 50 anni, Jesus Christ Superstar resta un'opera capace di emozionare e ispirare generazioni con background culturali molto diversi. Temi universali come il sacrificio, la fede e il dubbio, la raffigurazione di Gesù e dei suoi discepoli come esseri umani vulnerabili e imperfetti rende la storia contemporanea e accessibile.
Le tensioni tra fede e potere, tra il messaggio di amore e giustizia e l'autoritarismo ci costringono a rivivere i dubbi che proviamo di fronte a situazioni di crisi e di conflitto morale.

L'intrinseca capacità sovversiva di aprire le menti e ispirare la fede, continuando a mettere in discussione lo status quo, rende Jesus Christ Superstar deliziosamente camp e teatralmente pop.

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La filosofia di Franz Kafka

Multimedia   17.04.25  

Cresciuto sotto l'ombra di un padre severo e deluso, Kafka si destreggiò tra gli studi universitari e il lavoro, trovando impiego all'Istituto per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Qui, si trovò a fronteggiare lunghe ore di lavoro, straordinari non retribuiti e una burocrazia complessa e assurda. È in questo contesto che scrisse opere come Il Processo, Il Castello e America.
Curiosamente, Kafka non pubblicò mai questi libri durante la sua vita. Dopo la sua morte, fu l'amico Max Brod a violare le sue ultime volontà, che prevedevano la distruzione dei suoi manoscritti. Invece di bruciarli, Brod si dedicò a catalogare e pubblicare le opere di Kafka, contribuendo a costruire la sua reputazione come uno dei più grandi autori del Novecento.

La scrittura di Kafka risponde a un disagio psicologico universale che tutti noi possiamo riconoscere, che si tratti di fare i conti con la burocrazia, di affrontare le lunghe attese nei controlli di sicurezza in aeroporto o di contattare il supporto tecnico. In queste situazioni, ricorriamo all'aggettivo kafkiano, che descrive la natura opprimente e burocratica dei sistemi governativi. I protagonisti delle sue opere si trovano di fronte a circostanze assurde e senza spiegazione, affrontando ostacoli insensati che sfuggono alla loro comprensione.
Pursuit of Wonder analizza la filosofia kafkiana ripercorrendo le vicende dei suoi personaggi che, pur essendo sopraffatti da una realtà incomprensibile, non si arrendono. Continuano a lottare, cercando di dare senso all'assurdità che li circonda, ma spesso le loro fatiche sono vane. Kafka rappresenta così un tratto distintivo della modernità: la ricerca di risposte in un mondo che sembra non offrire alcuna via d'uscita.

Ancora oggi, nel ventunesimo secolo, le esperienze kafkiane rimangono attuali e ci invitano a riflettere sulla nostra condizione e sulla complessità della vita e sul rapporto con l'ingiustizia e l'alienazione sociale. Un'eredità, quella di Franz Kafka che continua a ispirare e a farci interrogare su come ci relazioniamo in un mondo in cui l'assurdo sembra diventare la normalità.

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I vini della Légion Étrangère

Wow   15.04.25  
I vini e i vigneti della Légion Étrangère
I vini e i vigneti della Légion Étrangère

Servire come soldato della Légion Étrangère è un'esperienza che tempra la vita. La formazione e la disciplina sono rigorose, ma la Legione si prende cura di ogni suo membro come di un fratello. Nessuno viene lasciato indietro né durante il servizio né dopo, in battaglia come nella vita.
La Légion Étrangère, sin dalla sua creazione, ha sempre dimostrato un forte interesse per il destino dei suoi ex soldati anziani, feriti o malati. Molti di loro, a volte in conflitto con i propri paesi d'origine, trovano nella Légion una nuova famiglia e un nuovo scopo.

La Legione possiede oltre 100 acri di vigneti in una tenuta che richiama il nome del capitano Danjou, eroe di Camerone. Tra queste vigne legionari veterani producono annualmente centinaia di migliaia di bottiglie di vino, acquistabili anche online, il cui ricavato copre parte del fondo dell'Istituto per gli Invalidi della Légion Étrangère.

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I paradossi della genealogia

Wow   15.04.25  

La maggior parte di noi potrebbe pensare che gli antenati in comune siano figure storiche lontane, ma in realtà, questo punto di intersezione si trova molto più vicino nel tempo di quanto immaginiamo. A causa delle dinamiche dei lignaggi e delle genealogie storiche, ogni persona vivente oggi potrebbe essere collegata a un comune antenato che visse in un periodo relativamente recente.

Come spiegaCameron Duke su MinuteEarth, esiste un momento nella storia umana in cui ogni persona viva appartiene a una delle due categorie: o non è antenato di nessuno attualmente in vita, oppure è un antenato di tutti noi. Questo paradosso della genealogia ci offre una prospettiva intrigante sulle nostre origini comuni.
Questo legame universale ci ricorda che, nonostante le differenze culturali e storiche, siamo tutti parte di una stessa grande famiglia umana.

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Mary Shelley e il moderno Prometeo ovvero la narrazione della perdita in Frankenstein

Multimedia   14.04.25  

Quando Mary Shelley concepì per la prima volta la trama di Frankenstein, aveva solo 18 anni. Tuttavia, la sua vita era già segnata da profondi dolori: aveva perso una figlia, nata prematuramente e deceduta solo due settimane dopo la nascita. Questo tragico evento causò in Shelley una profonda depressione, e le sue esperienze di perdita influenzarono in modo significativo la sua opera più celebre.
La morte di sua figlia e la perdita della madre, avvenuta quando Mary aveva appena dieci giorni, non solo alimentarono la sua creatività, ma plasmarono anche i temi centrali del romanzo, come l'abbandono, la morte e la resurrezione. Frankenstein può essere interpretato come un'esplorazione del desiderio di riunirsi con ciò che è stato perduto, un richiamo alla speranza di rivivere la figlia defunta.

Great Books Explained esplora le esperienze personali che rendono l'opera di Shelley ancora più profonda e toccante. Il suo racconto di Victor Frankenstein e della sua creatura è il grande mito gotico dell'orrore che introduce una riflessione sulle conseguenze della perdita, sul desiderio di controllare la vita e la morte. La lotta del protagonista con i temi etici della responsabilità, della morale e della giustizia risuona con il dolore e la solitudine che Shelley stessa ha vissuto.

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Gli occhi del regno animale

Geek   11.04.25  

La varietà delle strutture oculari nel regno animale è straordinaria: si va da semplici cellule fotoricettive dei vermi piatti marini agli occhi a foro stenopeico nei nautilus e agli occhi composti da migliaia di piccole lenti degli insetti. Alcune specie, come la medusa cuboide, hanno occhi senza avere un cervello, mentre i gamberi mantide possiedono 12 tipi di fotorecettori prediligendo elaborare i colori per un riconoscimento rapido piuttosto che una risoluzione più alta e un'attenzione ai dettagli.

In un viaggio di 37 minuti, il professor Lars Schmitz su Wired analizza la diversità degli occhi attraverso un diagramma, partendo dai cnidari come le meduse e proseguendo con i protostomi, che includono cefalopodi, insetti e ragni, per arrivare ai deuterostomi come gli echinodermi. La presentazione continua con i cordati, passando dai pesci agli anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, fino a giungere ai primati e agli esseri umani.
Schmitz ci invita a riflettere su come sarebbe vedere il mondo attraverso questi occhi altamente specializzati, in grado di percepire lunghezze d'onda della luce che noi non possiamo vedere, come nel caso di molti uccelli e rettili che vedono nella gamma dell'ultravioletto.

Molte creature hanno capacità visive straordinarie: le aquile hanno il doppio della nostra acutezza visiva, le libellule percepiscono i movimenti a velocità molto superiori alla nostra, e gli animali notturni come i gufi possiedono una vista notturna eccezionale.
Un aspetto sorprendente è che l'evoluzione da una semplice cellula fotoricettiva a un occhio complesso potrebbe richiedere solo un milione di anni, un arco di tempo brevissimo se considerato in termini evolutivi.

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